lunedì 9 novembre 2015

Articolo di Elisa Visconti


Anche le parafilie posso diventare meta e studio per i comportamento umano. Ma da quando le studio, mi sono resa conto che tra le parafilie legittime, non vi sono strumenti di classificazioni seri, se non metodi di ruolo per approcciarvisi. Il metodo più conosciuto per fare ciò è il bdsm acronimo che significa Bondage-dominazione-sadomaso? Da studiosa e parafilista, ritengo che questo metodo è limitante nell’approccio tra coppie. Perchè esso stesso, per sua contingenza non esclude parafilie illecite ne eclude moltissime altre lecite. Negli anni, e nello studio, ho raccolto tutte le parafilie in un unica classificazione sociologica che ho chiamato CDSM:

Ma cosa è il cdsm? Il cdsm è uno strumento classificatorio che accorpa e studia le parafilie classificandole in modo oggettivo.

Mentre il Bdsm è solo un insieme di metodi e di comportamenti di stampo sado.masochistico, con i quali i parafilisti, dominanti e sottomessi si rapportano.

Ma le parafilie, non è detto che debbono essere epresse attraverso comportamenti da dominanti e sottomessi, o attraverso l’Uso di strumenti sm. Molte infatti, si utilizzano come scambio di fantasie e giochi di ruolo tra la coppia. Alcune branchie del mondo parafiliaco non si esprimono con atteggiamenti femdom.

Ad esempio, il parafilista feticista, adotta un atteggiamento diverso ad esempio del fare del masochismo. Essere una mistress performer adotta meccanismi diversi rispetto ad essere Mistress clinical o una sadica, una fetish, una bizzare, una estrema, una dannunaziana, una bondager. E così via. E in tutto il mondo tranne che in Italia e Spagna, questa differenza è ben nota accettabile ed accettata. Si la differenza tra le varie tipologie di dominazione esiste e vengono autorizzate e rispettate tutte. Mentre in Italia da sempre si è voluto fare fortemente emergere solo l’atteggiamento più duro delle parafilie. Quello masochistico e sadico. In Italia non si vuole nemmeno parlare del fatto che oltre ad atteggiamenti masochistici e sadici esistono e vanno rispettati e ritenuti dominanti anche atteggiamenti feticistici, bizzarri, etc…. Non è accettabile. Ma ciò che pochi o molti non accettano, non ditta. Le regole non sono stabilite da pochi, ma dal giusto punto d’osservazione. E il giusto punto è che le parafilie sono più di 200 e che gli atteggiamenti con i quali una dominante e un sottomesso si relazionano attraverso l’uso di discipline parafiliache è diverso per ogni singola parafilia. Mentre gli strumenti sono i medesimi, i metodi possono e debbono cambiare. E come tali gli atteggiamenti attraverso i quali porsi. Non è assolutamente accettabile che ci si auspichi di porsi sempre nel medesimo modo coercitivo sadico con chiunque. Come non è auspicabile che un sottomesso debba in qualunque contesto essere ritenuto un masochista. Ciò non è limitante ma completamente errato.

Come Parafiliaci, ci si può trovare bene, sia negli ambienti feticistici ma empatici, che in quelli sadici empatici. Ora che la dominante sadica debba mostrare atteggiamenti coercitivi, va da se che è esatto. Ma chi lo ha detto che non deve essere empatica? Inoltre perchè in Italia viene consoderata una vera mistress solo colei che coercizza non empaticamente?Questo tipo comportamento andrebbe bene se adottato davanti a sottomessi con una spiccata indole masochistica o se si è delle dominanti sadiche. Ma non esistono solo queste tipologie relazionali o comportamentalinè l’una esclude l’altra. Qui in Italia, si è preso come modello ideale la figura della mistress tedesca non empatica. Si vuole a tutti i costi “assomigliare alle mistress tedesche algide” e si crede che gli ambienti tedeschi siano la rappresentazione del vero essere dominante…Ma perchè? Innanzitutto anche in Germania per chi non lo sapesse esistono le gli studi, fetish, bizzare o clinical. Quindi anche in Germania altre parafilie oltre a quelle del sadomasochiste sono rappresentate, benchè in minima parte. La dominazione è tale in qualunque parafilia. E non è detto che debba possedere connotazioni sado.masochistiche per essere rappresentata. Inoltre ci si dimentica troppo spesso di una cosa. E’ fondamentale rapportare l’identità che si va a sviluppare, nel contesto nel quale si vive. L’Italia è un contesto feticistico, bizzare, ma poco sado masochistico.Quindi come mai invece ha preso piede l’immagine della mistress o della prodomme sadica non empatica come modello di virtù dominante? Se è vero che la dominazione tedesca è intrigante perchè la domina coercitiva fa parte delle fantasie dei sottomessi tedeschi in un contesto in cui il masochismo in Germania è sviluppatissimo, ci si dimentica che in Italia ci sono in vero pochissimi masochisti. La cultura tedesca premia questo tipo di dominazione perchè gli sklaven tedeschi sono 90 su 100 masochisti. Ma qui in Italia è vera la percentuale contraria.
E’ più di 3 anni dal 2007 che ho deciso di evolvermi in un percorso educativo che ritengo essere fondamentale per riequilibrare e riorganizzare la cultura parafiliaca italiana. Ed è’ stato di certo azzardato far emergere in una realtà ermetica e chiusa che ha adottato modelli di dominazione e sottomissione avulsi allo spirito italiano, il rispetto verso altre forme di dominazione disciplinaria; perchè tale mondo, ha non riconosce altre rappresentazioni di forme parafiliache se non attraverso atteggiamenti sadomasochistici. E ho trovato sottomessi che pur ammettendo di non essere masochisti, sono andai in crisi quando il mio modo di disciplinare in forma cos’ avanguardista ha fatto emergere queste realtà. Qualcuno addirittura si è interrogato se questa scelta importante e d’avanguardia avrebbe potuto essere considerato per me un rischio d’immagine… E la mia risposta è stata: “Ma di quale immagine si va parlando? Se io dovessi rappresentare l’immagine di una mistress bdsm, utilizzando i modelli attuali bdsmnon empatici va da se che risulterei in netto contrasto con ciò che promuovo. Ma quella immagine non mi ha mai rappresentato”. Bisogna sapere scegliere una posizione netta rispetto ad un’altra e io ho scelto. Ho scelto di fare cultura parafiliaca. Il cdsm è una cultura a benefit di tutti. E sono soddisfatta di questo mio percorso benchè abbia fatto enormi sacrifici per poterlo divulgare. Ma ho scelto. Ho scelto di seguire l’etica, la morale civile e civica riportando in luce solo ciò che sono e che provo non rimanendo vincolata in filosofie che io non condividevo o che trovavo incomplete o inadatte al ruolo di una dominante empatica. La nascita del cdsm che ho inventato l’ho ritenuto un passaggio fondamentale. Non condivido il fatto che tutto il mondo femdom o maledom debba essere visto in Italia solo in chiave bdsm coercitiva; ossia che i dominanti o i sottomessi debbano rapportarsi tra loro sempre solo ed esclusivamente come forma di atteggiamenti coercitivi sadico-masochistici e non empatici. Ciò è limitante visto che esistono 200 parafilie e il sadismo e il masochismo sono 2 sole parafilie tra le tante. Anche un non sadico e anche un non masochista è parafiliaco. La filosofia cdsm fornisce un identità a tutte le parafilie lecite e classifica e studia anche quelle illecite. E come la fornisce? Non solo insegnando sulle parafilie sul significato, i metodi, gli strumenti, gli approcci corretti, ma creando delle linee di sicurezza più etiche di quelle bdsm, educando sulla diversificazione e la legittimità di scelte di parafilie lecite rispetto a quelle illecite, attraverso l’educazione parafiliaca di singoli, coppie o adolescenti. La fornisce definendo la giusta collocazione tra i comportamenti sadici e i masochisti da quelli parafiliaci che non debbono assumere quelle connotazioni. Il cdsm, va quindi divulgato attraverso le regole deotologiche che i parafilisti dovrebbero comunque adottare per rapportarsi correttamente.