lunedì 3 marzo 2014


La schiava- cagna.

Di G. Piccirilli
Il termine cagna, denota una particolare tipologia di schiava. La schiava – cagna si caratterizza per la sua venerazione e adorazione di un unico padrone. E’ una schiava altamente devota e fedele. Una schiava cagna è maggior mente propensa per un rapporto 24/7 anziché sessioni. Un rapporto profondamente intimo nel quale l’amore , la fiducia e il reciproco rispetto, non vengono meno al loro contributo (con ciò non voglio dire che in altre forme relazionali non vi siano di questi incrementi). L’indole di una schiava- cagna fa si ch’ella si presti a comportamenti mentali e fisici quali : mangiare in una ciotola, abbaiare, riportare oggetti al Padrone con la bocca, camminare a quattro zampe, accucciarsi ai suoi piedi quando lo stesso si concede un riposo o ad una lettura o altro. Il Padrone ovviamente è sempre il solo a decidere dei suoi comportamenti e della sua disciplina in virtù dei limiti prefissati e accettati della schiava. L’appellativo di cagna è spesso sinonimo di umiliazione (non che non lo sia in specifici contesti), ma non sempre, anzi, tutt’altro, non lo ritengo affatto dispregiativo né offensivo. Porto un esempio di facile comprensione. Un cane, a prescindere di quante persone compongano un nucleo familiare, riconoscere sempre e solo un membro come padrone e tale si preserverà per il corso degli anni. Ovviamente in un rapporto dove sono gli uomini, essere ragionevoli e sessuali , a poter decidere chi amare , come amare e se amare è deducibile che la libertà dell’individuo è inviolabile, pertanto, una schiava – cagna come tutte le altre schiave, come tutte le donne a questo mondo, (così dovrebbe essere) ha sempre l’autorità di scegliere quando e come annunciare la rottura di una relazione divenuta a lei insostenibili.