mercoledì 4 giugno 2014

Intervista a Davide La Greca


1) Davide La Greca - MaestroBD, sicuramente uno dei punti di riferimento nello scenario Italiano ed anche internazionale, rope artist, performer, insegnante, autore, esperto di BDSM ….. un interesse che nasce nei primi anni 90, nel 2002 la prima esibizione, per arrivare ad oggi …..
Come si è sviluppato il suo percorso? Quali sono state le tappe principali che hanno segnato la sua evoluzione? 
Insegnare. Fino a quel momento praticavo il Bondage in privato, con le mie partner, cosi come il BDSM, l’uscita pubblica è avvenuta attraverso due canali il Ritual e l’organizzazione di Corsi.
Al Ritual, la Serata Fetish Romana, ho iniziato a partecipare da utente, legando nell’area Dungeon chi mi si affidava. Vedere del piacere nelle persone che legavo mi ha convinto che era la mia strada. Attualmente, a distanza di 10 anni sono responsabile dell’area Dungeon e Bondage, il che mi rende non solo orgoglioso, ma mi da anche l’idea del percorso fatto. L’altra tappa è stata la collaborazione con Alcova, i primi corsi furono organizzati infatti sotto quel marchio e furono i primi a Roma svolti in un luogo pubblico e pubblicizzati come momenti di apprendimento. Da allora, attraverso l’esperienza dell’Associazionismo, con BDSMRoma, e tantissimi momenti di aggregazione, ho capito l’importanza di divulgare, comunicare, fare formazione e informazione, cosa che continuo a fare anche oggi. I punti di svolta sono stati spesso persone, così l’incontro con Beatrice Gigliuto, che è stata per me importante a livello personale, ma anche perché grazie a lei è stata data nuova forma al mio lavoro attraverso la pubblicazione di “Bondage – La via Italiana all’Arte di Legare”, il primo manuale italiano di Bondage mai scritto, che raccoglie la mia esperienza fino a quel momento, e con lei è stato fatto un lungo percorso professionale e di crescita.Altre volte importanti per me sono stati i luoghi, in particolare l’evento di svolta è stato Boundcon, la fiera mercato del bondage e del BDSM a Monaco di Baviera, che mi ha visto sul palco principale con uno spettacolo che raccontava “Pinocchio” in versione corde, uno show scritto, preparato, musicato e soprattutto interpretato, con Magena Yama, unendo al bondage la recitazione, la presenza teatrale e scenica, caratteristiche che fanno tutt’ora parte di me e delle mie performance.Un' ennesimo punto di svolta poi è stato l'MBDStudio, un'idea che coltivavo da molto, cioè un luogo dove legare e riunire tanti progetti già in essere o ancora da rifinire.
2) Insegnante e performer : due situazioni molto diverse. Cosa motiva ed appaga Davide La Greca in ognuno di questi due ruoli? 
Dico sempre che insegnare era nel mio DNA. Figlio di insegnanti, nipote di insegnanti, dovevo finire a fare l’insegnante. Divulgare e formare mi appaga, vedere la passione passare da me agli allievi è una sensazione fisica, mi lascia spesso spossato ma soddisfatto. Soprattutto perché insegno ad essere felici, a vivere serenamente e in sicurezza una passione, si crea un legame coi mie allievi che non si spezza facilmente e che crea una fitta rete di contatti e amicizie. Anche dopo anni ci sono persone che mi ricordano quanto il Bondage, e averlo imparato da me, abbia cambiato un poco le loro vite, e questa è una emozione enorme. Il palco per contro è una droga, lo dico spesso e lo credo fermamente: salire su un palco, aspettare la musica, o l’istante di silenzio immediatamente precedente allo show, mi fa salire  l'adrenalina e “la febbre del palcoscenico”. E sei li tu, le corde, la persona che ti si affida, e devi trasmettere emozioni, costruirle come si costruiscono i nodi e i legami. Il piacere di fare spettacolo inizia nel pensarlo, progettarlo, fare la colonna sonora, le prove, scegliere i modelli o le modelle per metterlo in scena, i costumi. Una creazione alchemica, che si consuma in una manciata di minuti, e finisce li, consumata per il piacere del pubblico. Il piacere è proprio nelle emozioni che si creano, che il pubblico ti restituisce con un applauso, o nel post spettacolo con i ringraziamenti.
3) Qual’è la cosa più importante che vuole trasferire alle persone che partecipano ai suoi corsi?
L’attenzione alla sicurezza. E’ il punto nodale di qualsiasi mia lezione, prima di qualsiasi altra cosa. Il Bondage, cosi come il BDSM in generale, è un'attività con un alto coefficiente di rischio, sia fisico che mentale. E persino sociale, finchè in questa società non raggiungeremo un livello di consapevolezza sulle diverse forme di sessualità molto più alto di quello attuale.
Avere cura della persona che ci si affida, avere cura di se stessi, amare e rispettare le corde, avere sempre gli strumenti adatti per legare o intervenire in caso di emergenza. E poi le emozioni, legare è una emozione come l'essere legati, c’è uno scambio emotivo enorme, anche tra due sconosciuti. Cerco quindi di insegnare a viverlo serenamente, a cercare tra le corde le sensazioni e sotto le dita la pelle. In ultimo, ma non ultima, la passione. Cerco di trasmettere nelle persone la passione per il Bondage come forma di Arte, di creazione e trasmissione, un Media, un modo per esprimersi.
Voglio insegnare soprattutto che legare è un gesto che parte da noi, un abbraccio che lascia le corde intorno al corpo.
4) Durante il corso che tenne a Milano poco tempo fa, uno degli aspetti che mi incuriosì fu quando parlò delle sue percezioni durante le esibizioni e di come fosse in grado di tenere sotto controllo la scena a 360°. Vorrebbe spiegare questo “dono” anche ai nostri lettori? 
Il “dono” è figlio delle arti marziali, e della mia mania per il controllo, nasce dall’unione tra una ampia visione periferica e il multitasking, la capacità innata di fare più cose contemporaneamente, tra cui farne una e nel frattempo pensare alla successiva, e a quella dopo. Si è sviluppata negli anni del Kendo e del Football Americano, sport in cui se devi pensare per agire sei già sconfitto. Nel bondage, soprattutto nelle performance mi rendo conto che pur essendo profondamente immerso nelle emozioni del legare, la mia percezione inconscia è concentrata sugli aspetti tecnici, sui nodi, le tensioni, le corde, le persone intorno e cosi mi trovo spesso ad intervenire su qualcosa che “non và” prima che la mente conscia abbia formulato il pensiero razionale. L’esperienza l’ha resa efficace, dopo 20 anni, di cui quasi 10 da professionista, ho accumulato un bagaglio di casi e situazioni tale da rendermi conto delle necessità nel momento stesso in cui si creano.
5) “Lo studio è privato, un luogo in cui ci si toglie le scarpe per calpestare il parquet, e ci si toglie l’ego per non calpestare gli animi.” E’ una frase che ho trovato sul suo sito ed il pensiero mi ha toccato, trovo denoti grande rispetto e sensibilità. Quanto sono importanti il rispetto e la sensibilità in ciò che pratica e insegna? 
Il Rispetto è per me un caposaldo della mia vita, io do e chiedo rispetto. Prima quello umano, verso le persone, indipendentemente da età, censo, capacità o aspetto fisico, il rispetto è verso chi ti sta di fronte in qualsiasi momento. E nelle corde questo è ancora più importante, che tu sia un Rigger di fama mondiale, o un curioso, siamo tutti uguali per le corde, cosi come se sei una modella o semplicemente una persona che ama le corde, non ci sono livelli o “migliori”. Il rispetto è quello che mostriamo verso chi ci ha aiutato, chi ci aiuta, chi insegna, chi condivide con noi parte del percorso. Di base io ho rispetto per tutti, tranne per chi mi manca di rispetto per primo, è uno dei pochi motivi per cui mi allontano da una persona.La sensibilità è invece una caratteristica che non ho ancora capito, mi dicono che sono una persona sensibile, ma per me è la natura delle cose, cercare di capire cosa c’è dentro chi mi sta di fronte, mettermi nelle sue scarpe e cercare di non ferirlo. Una delle cose che mi colpisce molto è chi lega le persone in base al loro sesso o forma fisica o carattere. Il bondage è per tutti, chiunque può essere legato, ci sono emozioni diverse in ognuno, non legare una persona perché del nostro stesso sesso è precludersi una emozione. Cosi come non legare qualcuno perché è robusto o pesante, significa mortificare una persona, mentre dentro quel corpo c’è un anima che vuole provare le corde.Tutto questo è necessario per chi entra nello studio, per vivere serenamente l’uno accanto all’altro, anche se sei un esperto, accanto a te puoi avere un novizio con una passione pari alla tua, e aiutarlo a crescere è anche compito tuo.Nel Bondage rispetto e sensibilità esprimono la cura che avrai per chi ti si affida.
6) Posso affermare che ha una personalità molto carismatica ed una presenza scenica molto importante. Sono aspetti innati o sono caratteristiche che si sviluppano con il tempo? La sua passione per i giochi di ruolo ha in qualche modo contribuito/influito a rafforzare questo insieme?
Rispondendo a questa domanda arrossisco, sono una persona timida sotto la barba, ma mi rendo conto che sono nato con un “Physique du Role” un aspetto e una presenza che non me lo permettono molto. Sono aspetti innati e affinati negli anni dovendo vivere una vita spesso sotto i riflettori. Il teatro amatoriale e i giochi di ruolo dal vivo mi hanno permesso di migliorare le capacità di stare sul palco e davanti ad un pubblico, oltre ad aver alimentato il mio ego. Interpretare ruoli, personaggi, spesso lontani dal mio reale carattere mi hanno formato, sviluppando anche la capacità di relazione con il diverso. Insegnare, non solo Bondage, ma informatica, o sicurezza o le mille cose che nella vita mi sono trovato a fare, mi hanno dato la capacità di non essere noioso, di spiegare senza prosopopea e di divertire l’altro.Il carisma invece non l’ho mai capito, mi fido quando mi dicono che lo possiedo.
7) Il bondage come forma d’arte : qual’è il suo pensiero a riguardo? 
Arte è creare un’opera a cui si riconosce un valore estetico, questa la definizione del dizionario, ed a questa aggiungo e che trasmetta emozioni a chi ne fruisce. Il bondage è quindi arte in quanto crea il bello nell’unione tra le corde e il corpo, e ne possono fruire tutti i sensi. Per le persone coinvolte, tatto, olfatto, anche il gusto spesso. E udito e soprattutto vista per tutti, anche per gli spettatori. Quindi si tratta di un arte completa, anche nella sua altra definizione in cui arte è il "possedere una tecnica", un sapere acquisito attraverso l’apprendimento e l’esperienza. Il Bondage è quindi una forma artistica se chi la fa pone l’accento sul Bello, sulla creazione di un opera che trascenda l’insieme delle sue parti. E cosi io affronto le corde.
8) Bondage, gioco erotico e sessualità : dal suo punto di vista, come si fondono questi tre aspetti?
Sessualità è tutto quello che ci da piacere, dalla carezza al sesso penetrativo, qualsiasi cosa che ecciti i nostri sensi e ci dia "soddisfazione" attraverso essi, quindi anche il bondage quando lo usiamo per costruire il nostro e l’altrui piacere, in quello che è un gioco erotico atto a stimolare, costruire, seguire e appagare le nostre fantasie, a donare e ricevere piacere ed infine a essere parte integrante di una relazione con un'altra persona. Se lego qualcuno per immobilizzarlo e tenerlo li fermo, non c’è gioco erotico, tranne se questo accende le nostre rispettive passioni, creando l’attesa, diventando segno di appartenenza o di potere. Il Bondage in questo è strumento delle nostre fantasie erotiche e erotizzanti, forse il mio preferito, ma specifico uno dei tanti. 
9) Lei ha occasione di lavorare e di esibirsi anche all’estero : quali sono le differenze più sentite rispetto al panorama italiano? 
La normalità. Nelle mie esperienze all’estero il Bondage è considerato una delle cose possibili, vissuto molto più serenamente. Il che porta le persone che lavorano in questo settore a poter organizzare meglio e più spesso, a poter accedere a strutture migliori e spesso pubbliche. C’è la volontà di organizzare eventi grandi, portare la gente a conoscere il bondage in maniera sana, forse spettacolare. Ci sono molti festival e situazioni in cui anche il semplice curioso può apprezzare il bondage e la filosofia che c’è dietro. Gli eventi sono sempre in locali pubblici, senza tessera o altre limitazioni, e soprattutto c’è un maggiore rispetto per la parte artistica e organizzativa e il pubblico è disposto a spendere cifre molto più alte che in italia. Il che permette di organizzare eventi di qualità maggiore. Anche se come inventiva e stile continuo a preferire il mio paese.
10) Sempre in tema di estero : come secondo lei potremmo investire per diffondere maggiormente questa cultura ed abbattere pregiudizi e luoghi comuni? 
Parlandone apertamente, riconoscendo la naturale appartenenza del Bondage alle forme di espressione della natura umana. Utilizzando anche l’iconografia classica del Fetish, ma portando anche il Bondage fuori dal suo alveolo di nascita, quindi in situazioni contaminate e contaminanti come mostre, discoteche classiche o organizzando eventi in cui contestualizzare il bondage come forma di espressione. Organizzando e partecipando ad eventi di divulgazione che non comprendano solo la performance dimostrativa, ma anche il dialogo sul Bondage e sulla sua storia. I corsi di Bondage sono una delle forme di divulgazione di maggiore impatto, almeno nella mia esperienza.
11) Progetti futuri?
 Portare avanti MBDStudio, riempirlo di corde, fotografie, momenti di riflessione, risate e soprattutto amici. Non è un locale, è uno spazio privato che mi sono concesso per metterci dentro le mie passioni. Puntare sui corsi e sulla didattica, quello che faccio meglio, e sulla realizzazione di spettacoli di livello sempre più alto. Vorrei tornare a parlare di Informazione e Cultura in ambiente BDSM, ma mi rendo conto che prima devono ancora cambiare molte cose, confido molto nella prossima generazione, sperando che non getti via tutto quello che hanno fatto le generazioni prima di loro.
12) Il sogno nel cassetto di Davide La Greca? 
Viaggiare. Poter fare un viaggio a vedere i luoghi della cultura Leather, da San Francisco a New York. E poi in Giappone per vedere con i miei occhi quello che ho letto e sognato. Per il resto i sogni li sto realizzando giorno per giorno.


Barbara Schmidt
Giovanni Piccirilli