"La minaccia del buonismo. "
[Riconoscimento della propria indole e coscienza di sé.]
Vorrei porre l'accento su un allarmante fenomeno che sto riscontrando.
Siamo sotto costante attacco mediatico e nel marasma dell'ignoranza
cerchiamo continuamente di spiegare che non siamo alieni, non siamo
stupratori, non siamo assassini, che siamo umani e siamo delle "brave
persone".. ma se ci fermiamo un attimo a pensare, non stiamo forse
arrivando al paradosso per cui dobbiamo quasi "giustificarci" rispetto
al resto della società per quello che siamo? A me così pare. Per farlo
ci stiamo piegando, "ammorbidendo" sulle regole, ed il BDSM senza regole
non è umanamente possibile. Ci stiamo piegando rispetto a determinati
valori che sono sempre per me stati molto chiari e fondamentali.
La domanda che mi è balzata in mente è un gioco di parole: stiamo
diventando "quasi vanilla" tra i vanilla per essere accettati dai
vanilla?
Così ho deciso di fare una cosa molto semplice ed immediata.
Un rapido sunto per ricordare che le parole "Dominazione", "Dominante",
"Dominare", "Sottomettere", "Sottomissione", "Sottomesso", hanno un
significato ben preciso e premettendo che tutto è soggettivo e quindi
personale e privatamente vissuto in modo differente, in ambiti diversi,
in diverse relazioni, che tutto nel BDSM è consensuale e rientra nel
Safe, Sane, Consensual o nel RACK [Risk Aware Consensual Kink, quindi
comunque consensuale], se avete scoperto di avere un'indole Dom o sub è
perché vi riconoscete in questi significati o parte di essi.
Almeno è così per Me. Io nelle mie definizioni, mi sono ritrovata molto
tempo fa e da lì mi sono evoluta, voi? Fate un test, leggete e fatevi un
esame di coscienza, perché se poi vi definite sottomessi [o Dominanti] e
non lo siete, offendete Me, tutte le persone che vivono, amano e
rispettano il BDSM e il BDSM stesso.
Dominare
Dominare v. tr. e intr. [dal lat. tardo dominare, class. dominari, der.
di domĭnus«signore, padrone»] (io dòmino, ecc.). –
1. intr. (aus. avere)
a. Avere potestà e autorità di padrone in un luogo o su una o più
persone.
b. estens. Essere superiore
c. Usato assol., detenere il potere, essere superiore ad altri.
d. Riferito a cose astratte, col sign. fig. che è più proprio di
regnare.
tr.
a. Tenere sottomesso, tenere soggetto al proprio potere e volere; Con
usi estens.: dominare una persona, imporle la propria volontà, il
proprio ascendente; dimostrare una netta superiorità, in qualche caso,
anche sconfiggere con facilità.
b. fig. Dominare la situazione, esserne arbitro.
c. Detto di luogo, essere più alto, sovrastare.
Part. pres. Dominante, anche come agg.
Sottomettere
sottométtere v. tr. [comp. di sotto- e mettere; cfr. il lat. submittĕre e
v.sommettere] (coniug. come mettere). –
Ridurre all’obbedienza, piegare ai proprî voleri. ridurre sotto il
proprio dominio, soggiogare.
Letterale:
Subordinare, mettere in secondo ordine rispetto ad altro.
Riflessivo:
Nel riflessivo, assoggettarsi, piegarsi all’autorità e alla volontà di
altri, fare atto di sottomissione, riconoscere il dominio.
Part. pass. sottomésso, anche come agg., assoggettato al dominio altrui,
rispettoso, obbediente, docile.
Dominante
Dominante agg. [part. pres. di dominare]. –
1. Che domina, che predomina, che prevale su altri, sostantivato al
femminile, la Dominante, che sovrasta, che sta in alto.
Con accezioni specifiche o tecniche:
a. In diritto, fondo d., quello (contrapp. a servente) a favore del
quale è costituita una servitù.
In particolare è interessante come in altri ambiti viene inteso:
c. In genetica, carattere d., il carattere che, negli ibridi di prima
generazione, ottenuti da due razze, animali o vegetali, della stessa
specie, predomina sul carattere alternativo; gene d., il gene
responsabile della comparsa di un carattere dominante.
d. In fitogeografia, specie d., specie che in un popolamento vegetale
mostra maggiore vigoria.
g. In cromatica, lunghezza d’onda d., la lunghezza d’onda che prevale in
intensità nello spettro di una luce colorata.
h. Con uso di s. f., in fotografia, d. di colore, o d. cromatica,
difetto di un negativo fotografico a colori che comporta la prevalenza
di una particolare colorazione diffusa nell’immagine stampata.
2. In musica, nota d. (e più spesso s. f., la dominante), il 5° grado
della scala (maggiore o minore), così chiamato in rapporto alla
posizione occupata nell’ambito del sistema armonico tonale: si trova
sempre una quinta giusta sopra la tonica (così, per es., la dominante di
do è sol), e su di essa si articola prevalentemente la melodia prima di
concludere sulla tonica. L’accordo di d., che viene cioè costruito
sulla dominante (e che nel caso considerato è l’accordo sol-si-re) è
fondamentale per la determinazione della tonalità e ha una funzione
dinamica di particolare importanza perché costituisce l’antitesi
armonica della tonica.
Sottomissione
sottomissióne s. f. [der. di sottomettere; cfr. il lat. submissio -onis e
v.sommissione]. –
Atto del sottomettere o del sottomettersi.
L’esser sottomesso, con riferimento a singole persone; docilità,
remissività, obbedienza.
[sot-to-més-so] agg.
1 Soggetto al dominio, all'autorità di qlcu., privo di autonomia.
2 Remissivo, docile.
Sottomesso
sottomésso agg. [dal lat. submissus, part. pass. di submittĕre
«sottomettere»]. –
1. letter. Sottomesso, che rivela sottomissione: un atteggiamento umile e
s.; ha modi deferenti e sommessi.
Anche qui, in altri ambiti, la valenza sostanziale è la stessa:
2. Di suoni, e in partic. della voce umana, tenue, leggero, basso: un
fruscìo, un mormorìo, un pianto s.; si udivano voci s.; si sentiva un
parlare s.; mi si rivolse con tono s.; s. accenti E interrotti sospiri
(T. Tasso). Anche con valore di avv.: Di vostre speranze parlate
sommesso (Manzoni). ◆ Avv. sommessaménte, a bassa voce: parlottare,
piangere sommessamente; ant., con umiltà, con sottomissione:chiedere,
obbedire sommessamente.
In tutte le accezioni, il significato di base, dalla politica, alla
musica, esprime lo stesso intento: ha, in pratica, lo stesso significato
intrinseco.
[Domina Aspis]