martedì 19 luglio 2022

Intervista Ayzad

La comunita' BDSM, si muove ritmicamente fra eventi e realta' private,in che modo lei riesce a relazionare questi due aspetti ?
Premesso che, naturalmente, la dimensione privata di una relazione è cosa ben diversa da quella “pubblica” di un evento… a me piace molto vivere entrambe le cose proprio perché offrono emozioni differenti e complementari. Laddove nel privato si possono assaporare i dettagli più minuti, la lenta costruzione di situazioni, di relazioni e di sensazioni, così come in generale l’aspetto più intimo dell’incontro di due anime, a un evento è bello potersi godere l’elemento esibizionistico e voyeuristico, il coinvolgimento di più persone magari anche sconosciute e più banalmente le possibilità offerte da spazi grandi e senza problemi di acustica, per non parlare delle attrezzature che nessuna abitazione può offrire.Il mio rammarico è solo di non avere molto tempo da dedicare agli eventi: riesco a malapena a partecipare ai Sadistique di cui sono co-organizzatore, quindi figuriamoci le difficoltà a organizzare altre trasferte “di gioco”! Soprattutto per questo motivo, le poche volte in cui riesco a ritagliarmi un po’ di tempo libero preferisco esplorare realtà straniere. Non si tratta di esterofilia, ma semplicemente della curiosità di scoprire i diversi modi in cui, inevitabilmente, si vivono BDSM e fetish in contesti culturali diversi da quello italiano – magari per scoprire a volte che ci si diverte molto di più proprio qui in Italia.
Come si svolge la sua attivita' e,di preciso, di cosa si occupa all' interno del mondo BDSM?
Lo strano lavoro che mi sono scelto è il risultato di quasi trent’anni di esperienza diretta del BDSM e di ricerca sulle sessualità alternative in generale. A un certo punto mi sono ritrovato a saperne un po’ di più del pervertito medio (e del sessuologo medio), così ho accettato gli onori – pochi – e gli oneri – tanti – del ruolo di “esperto di sesso insolito”.Nel concreto significa che scrivo saggistica e libri divulgativi su questi temi, tengo conferenze e seminari sui tanti aspetti meno noti della sessualità, fornisco consulenze e così via. Un aspetto che mi dà molte soddisfazioni è il personal coaching, cioè l’aiutare chi abbia problemi piccoli o grandi legati all’eros insolito nell’identificare il modo migliore per risolverli e ritrovare la felicità.Infine organizzo da molti anni eventi dove gli appassionati di BDSM e fetish possano divertirsi e incontrare persone con gli stessi gusti. Ah, e poi c’è il blog con le notizie dal mondo del sesso insolito, naturalmente. La base di tutto ciò è un inevitabile e continuo lavoro di ricerca – a volte anche letterale, in collaborazione con professionisti in Italia e all’estero – che anche dopo tutti questi anni continua ad appassionarmi e sorprendermi.
Il BDSM suscita grande interesse, i '' vanilla'' sono estremamente incuriositi....e' realmente possibile coinvolgere le loro personalita' nella comunita' BDSM,e, crede che in realta' ci sia il desiderio di sviluppare da parte di quest ultimi un percorso di reale dialogo, confronto, conoscenza....cosi' da creare concretamente una cultura BDSM?A dire la verità sono molto scettico della presunta dicotomia fra “mondo BDSM” e “mondo vanilla”. I numeri e l’esperienza parlano chiaro: certe pratiche le conoscono un po’ tutti e per moltissime persone fanno parte della normale vita di coppia. Certo, a portare questo interesse all’estremo è solo una minoranza – ma del resto è così per qualsiasi attività umana, dal cucinare al guidare l’auto. Per le tante persone che si sono reinventate un’identità (spesso solo virtuale) basata sull’eros – BDSM o di altro tipo – questa banale constatazione risulta antipatica, ma non per questo meno vera. In altre parole: la cultura BDSM c’è, è facilmente accessibile a tutti e se non appare più “pubblica” di così è solo perché è del tutto normale che il sesso di solito non venga vissuto pubblicamente. I problemi veri a mio parere sono semmai altri due, di cui non si parla mai. Il primo è che online regna un’enorme quantità di fuffa, di strafalcioni, di fantasie spacciate per realtà e di materiale molto discutibile che viene considerato “cultura BDSM” senza esserlo affatto. Senza nulla togliere all’aspetto immaginario, porno-escapista di questo eros, credo sarebbe invece bene che ci fosse una consapevolezza, una distinzione chiara fra realtà e dimensione onirica – anche perché scambiare una per l’altra può avere conseguenze molto spiacevoli.Il secondo problema, sempre secondo la mia personalissima opinione, è legato al primo. Un po’ in tutto il mondo, ma in Italia in particolare, si tende anche inconsciamente a separare “il mondo reale” dalla sessualità. Ciò provoca non solo frustrazioni e problemi personali di ogni tipo, ma anche ricadute sociali catastrofiche. Lo vediamo per esempio negli episodi di violenza di genere, di intolleranza, nella diffusione delle malattie a trasmissione sessuale e così via. Tutti questi guai si potrebbero evitare con uno sforzo minimo, semplicemente insegnando nelle scuole che il sesso è una cosa normale, che può prendere tante forme tutte egualmente legittime purché ci siano consensualità, consapevolezza e rispetto fra i partner.Ecco, in questo chi pratica seriamente BDSM è davvero un campione, e potrebbe avere un ruolo educativo eccezionale – se solo sapesse andare oltre il piacere personale immediato. Internet, editoria,eventi,televisione,quali sono i mezzi di informazione che lei predilige o che vorrebbe sviluppare?Beh, l’editoria tradizionale è morta e sepolta così come la televisione. Bene o male nel XXI secolo l’informazione si diffonde online, o comunque in formato digitale: non è un caso se per i miei ultimi libri ho scelto la pubblicazione solo in ebook. Qui bisognerebbe fare un lungo discorso sulla qualità del Web, ma temo che risulterei ancora più noioso di quanto già non sia. In due parole, però, nel mio piccolo cerco già da qualche anno di adattare la mia comunicazione alla forma richiesta dal mondo digitale. A volte ci riesco meglio di altre, ma i tentativi continuano.
Una maggiore visibilita' quali vantaggi potrebbe produrre?
Qui non posso che ricollegarmi alle risposte precedenti. Una maggiore qualità – più che visibilità – dell’informazione sul BDSM e sull’eros alternativo in genere contribuirebbe a una maggiore consapevolezza della sessualità. Questa a sua volta scioglierebbe diverse tensioni culturali profonde da cui derivano parecchi problemi sociali e individuali. I media tradizionali, necessariamente costretti a soddisfare inserzionisti e pubblico familiar-generalista, fino a ieri non potevano che trattare certi argomenti solo in chiave scandalistica o ironica. Ormai però il mondo dell’informazione è cambiato, quindi si tratta solo di rimboccarsi le maniche e darsi da fare – o per lo meno di scegliere con intelligenza le proprie fonti.
Il BDSM, che necessita' ha da sviluppare per ottenere credito e liberta' operativa?
Beh, grandi problemi di libertà sinceramente non ne vedo. Tutto sommato, finché ci si mantiene – com’è del resto logico – nei limiti della legalità e della pubblica decenza, non mi pare che ci siano particolari discriminazioni nei confronti di chi pratica BDSM. So di persone che preferiscono non dichiarare i propri gusti erotici per evitare pregiudizi che potrebbero danneggiarli sul piano professionale (es. pediatri, insegnanti, poliziotti…), ma dopotutto è normale anche non sbandierare ai quattro venti in quale posizione si preferisca fare sesso o quali siano le proprie fantasie vanilla… quindi dove sta il problema?Certo, come dicevamo prima sarebbe tutto ancora più facile se l’ipotetica “persona comune” cercando su Google la parola ‘BDSM’ trovasse come primi risultati fonti informative equilibrate e attendibili anziché pagine su pagine di pornografia gretta e di forum pieni di mitomani, esaltati o cabarettisti falliti.
In totale liberta' ci presenta '' La Padrona'' ?
Molto volentieri! La Padrona è il mio nuovo libro, che da “autobiografia” su commissione si è trasformato per una strana serie di eventi in tutt’altra opera. A prima vista rimane la biografia un po’ autoincensante della prima dominatrice professionista a dichiararsi pubblicamente tale in Italia. Racconta i retroscena del mestiere di prodomme, qualche aneddoto e l’evoluzione dell’eros estremo da pratica patologica come veniva considerata negli anni ’70 della Democrazia Cristiana al BDSM “sano, sicuro e consensuale” che conosciamo oggi.Se lo si guarda un po’ più a fondo, però, emerge il ritratto di una donna senz’altro eccezionale ma anche cocciuta fino all’autodistruzione. Una persona che pur di realizzare il proprio sogno di vivere un’esistenza davvero da padrona 24/7 scelse di rinunciare a tutto: rispetto sociale, famiglia, amore, sicurezze… Credo che di fronte a un’esperienza tanto estrema sia inevitabile sentirsi un po’ come davanti a uno specchio, e farsi qualche domanda importante anche sul proprio modo di vivere la sessualità.
Quale ''guida'' puo' offrimi per avventurarmi in questo poliedrico mondo ?
La risposta telefonata è: ma naturalmente la nuova edizione di BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo, che esce proprio in questi giorni sia su carta che in digitale! Si tratta del terzo aggiornamento in dieci anni, con tanti piccoli aggiustamenti ma che mantiene lo spirito originale dell’opera – cioè partire da «lo sai che esiste una roba chiamata ‘BDSM’?» e arrivare a spiegare i dettagli delle pratiche più insolite ed estreme, fornendo strada facendo un’infinità di informazioni utili a chi vuole approfondire l’eros della dominazione.L’unica controindicazione è che si tratta di un libro di oltre 600 pagine (più parecchie appendici online costantemente aggiornate). Chi ha bisogno solo di una microguida ultraleggera può rivolgersi invece a Nessuna sfumatura di grigio – Che cos’è veramente il BDSM, nero su bianco, che si può scaricare gratuitamente dal mio sito.

Vanessa Scamarcia 
Giovanni Piccirilli