Intervista a Davide La Greca
1) Davide La Greca - MaestroBD, sicuramente uno
dei punti di riferimento nello scenario Italiano ed anche internazionale, rope
artist, performer, insegnante, autore, esperto di BDSM ….. un interesse che
nasce nei primi anni 90, nel 2002 la prima esibizione, per arrivare ad oggi …..
Come si è sviluppato il suo percorso? Quali
sono state le tappe principali che hanno segnato la sua evoluzione?
Insegnare. Fino a quel momento praticavo il
Bondage in privato, con le mie partner, cosi come il BDSM, l’uscita pubblica è
avvenuta attraverso due canali il Ritual e l’organizzazione di Corsi.
Al Ritual, la Serata Fetish Romana, ho iniziato
a partecipare da utente, legando nell’area Dungeon chi mi si affidava. Vedere
del piacere nelle persone che legavo mi ha convinto che era la mia strada.
Attualmente, a distanza di 10 anni sono responsabile dell’area Dungeon e
Bondage, il che mi rende non solo orgoglioso, ma mi da anche l’idea del
percorso fatto. L’altra tappa è stata la collaborazione con Alcova, i primi
corsi furono organizzati infatti sotto quel marchio e furono i primi a Roma
svolti in un luogo pubblico e pubblicizzati come momenti di apprendimento. Da
allora, attraverso l’esperienza dell’Associazionismo, con BDSMRoma, e
tantissimi momenti di aggregazione, ho capito l’importanza di divulgare,
comunicare, fare formazione e informazione, cosa che continuo a fare anche
oggi. I punti di svolta sono stati spesso persone,
così l’incontro con Beatrice Gigliuto, che è stata per me importante a livello
personale, ma anche perché grazie a lei è stata data nuova forma al mio lavoro
attraverso la pubblicazione di “Bondage – La via Italiana all’Arte di Legare”,
il primo manuale italiano di Bondage mai scritto, che raccoglie la mia
esperienza fino a quel momento, e con lei è stato fatto un lungo percorso
professionale e di crescita.Altre volte importanti per me sono stati i
luoghi, in particolare l’evento di svolta è stato Boundcon, la fiera mercato
del bondage e del BDSM a Monaco di Baviera, che mi ha visto sul palco
principale con uno spettacolo che raccontava “Pinocchio” in versione corde, uno
show scritto, preparato, musicato e soprattutto interpretato, con Magena Yama,
unendo al bondage la recitazione, la presenza teatrale e scenica,
caratteristiche che fanno tutt’ora parte di me e delle mie performance.Un' ennesimo punto di svolta poi è stato
l'MBDStudio, un'idea che coltivavo da molto, cioè un luogo dove legare e
riunire tanti progetti già in essere o ancora da rifinire.
2) Insegnante e performer : due situazioni
molto diverse. Cosa motiva ed appaga Davide La Greca in ognuno di questi due
ruoli?
Dico
sempre che insegnare era nel mio DNA. Figlio di insegnanti, nipote di
insegnanti, dovevo finire a fare l’insegnante. Divulgare e formare mi appaga,
vedere la passione passare da me agli allievi è una sensazione fisica, mi
lascia spesso spossato ma soddisfatto. Soprattutto perché insegno ad essere
felici, a vivere serenamente e in sicurezza una passione, si crea un legame coi
mie allievi che non si spezza facilmente e che crea una fitta rete di contatti
e amicizie. Anche dopo anni ci sono persone che mi ricordano quanto il Bondage,
e averlo imparato da me, abbia cambiato un poco le loro vite, e questa è una
emozione enorme. Il palco per contro è una droga, lo dico spesso e lo credo
fermamente: salire su un palco, aspettare la musica, o l’istante di silenzio
immediatamente precedente allo show, mi fa salire l'adrenalina e “la
febbre del palcoscenico”. E sei li tu, le corde, la persona che ti si affida, e
devi trasmettere emozioni, costruirle come si costruiscono i nodi e i legami.
Il piacere di fare spettacolo inizia nel pensarlo, progettarlo, fare la colonna
sonora, le prove, scegliere i modelli o le modelle per metterlo in scena, i
costumi. Una creazione alchemica, che si consuma in una manciata di minuti, e
finisce li, consumata per il piacere del pubblico. Il piacere è proprio nelle
emozioni che si creano, che il pubblico ti restituisce con un applauso, o nel
post spettacolo con i ringraziamenti.
3) Qual’è la cosa più importante che vuole
trasferire alle persone che partecipano ai suoi corsi?
L’attenzione alla sicurezza. E’ il punto nodale
di qualsiasi mia lezione, prima di qualsiasi altra cosa. Il Bondage, cosi come
il BDSM in generale, è un'attività con un alto coefficiente di rischio, sia
fisico che mentale. E persino sociale, finchè in questa società non
raggiungeremo un livello di consapevolezza sulle diverse forme di sessualità
molto più alto di quello attuale.
Avere cura della persona che ci si affida,
avere cura di se stessi, amare e rispettare le corde, avere sempre gli
strumenti adatti per legare o intervenire in caso di emergenza. E poi le
emozioni, legare è una emozione come l'essere legati, c’è uno scambio emotivo
enorme, anche tra due sconosciuti. Cerco quindi di insegnare a viverlo
serenamente, a cercare tra le corde le sensazioni e sotto le dita la pelle. In
ultimo, ma non ultima, la passione. Cerco di trasmettere nelle persone la
passione per il Bondage come forma di Arte, di creazione e trasmissione, un
Media, un modo per esprimersi.
Voglio insegnare soprattutto che legare è un
gesto che parte da noi, un abbraccio che lascia le corde intorno al corpo.
4) Durante il corso che tenne a Milano poco
tempo fa, uno degli aspetti che mi incuriosì fu quando parlò delle sue
percezioni durante le esibizioni e di come fosse in grado di tenere sotto
controllo la scena a 360°. Vorrebbe spiegare questo “dono” anche ai nostri
lettori?
Il “dono” è figlio delle arti marziali, e della
mia mania per il controllo, nasce dall’unione tra una ampia visione periferica
e il multitasking, la capacità innata di fare più cose contemporaneamente, tra
cui farne una e nel frattempo pensare alla successiva, e a quella dopo. Si è
sviluppata negli anni del Kendo e del Football Americano, sport in cui se devi
pensare per agire sei già sconfitto. Nel bondage, soprattutto nelle performance
mi rendo conto che pur essendo profondamente immerso nelle emozioni del legare,
la mia percezione inconscia è concentrata sugli aspetti tecnici, sui nodi, le
tensioni, le corde, le persone intorno e cosi mi trovo spesso ad intervenire su
qualcosa che “non và” prima che la mente conscia abbia formulato il pensiero
razionale. L’esperienza l’ha resa efficace, dopo 20 anni, di cui quasi 10 da
professionista, ho accumulato un bagaglio di casi e situazioni tale da rendermi
conto delle necessità nel momento stesso in cui si creano.
5) “Lo studio è privato, un luogo in cui ci si
toglie le scarpe per calpestare il parquet, e ci si toglie l’ego per non
calpestare gli animi.” E’ una frase che ho trovato sul suo sito ed il pensiero
mi ha toccato, trovo denoti grande rispetto e sensibilità. Quanto sono
importanti il rispetto e la sensibilità in ciò che pratica e insegna?
Il Rispetto è per me un caposaldo della mia
vita, io do e chiedo rispetto. Prima quello umano, verso le persone,
indipendentemente da età, censo, capacità o aspetto fisico, il rispetto è verso
chi ti sta di fronte in qualsiasi momento. E nelle corde questo è ancora più
importante, che tu sia un Rigger di fama mondiale, o un curioso, siamo tutti
uguali per le corde, cosi come se sei una modella o semplicemente una persona che
ama le corde, non ci sono livelli o “migliori”. Il rispetto è quello che
mostriamo verso chi ci ha aiutato, chi ci aiuta, chi insegna, chi condivide con
noi parte del percorso. Di base io ho rispetto per tutti, tranne per chi mi
manca di rispetto per primo, è uno dei pochi motivi per cui mi allontano da una
persona.La sensibilità è invece una caratteristica che
non ho ancora capito, mi dicono che sono una persona sensibile, ma per me è la
natura delle cose, cercare di capire cosa c’è dentro chi mi sta di fronte,
mettermi nelle sue scarpe e cercare di non ferirlo. Una delle cose che mi
colpisce molto è chi lega le persone in base al loro sesso o forma fisica o
carattere. Il bondage è per tutti, chiunque può essere legato, ci sono emozioni
diverse in ognuno, non legare una persona perché del nostro stesso sesso è
precludersi una emozione. Cosi come non legare qualcuno perché è robusto o
pesante, significa mortificare una persona, mentre dentro quel corpo c’è un
anima che vuole provare le corde.Tutto questo è necessario per chi entra nello
studio, per vivere serenamente l’uno accanto all’altro, anche se sei un
esperto, accanto a te puoi avere un novizio con una passione pari alla tua, e
aiutarlo a crescere è anche compito tuo.Nel Bondage rispetto e sensibilità esprimono la
cura che avrai per chi ti si affida.
6) Posso
affermare che ha una personalità molto carismatica ed una presenza scenica
molto importante. Sono aspetti innati o sono caratteristiche che si sviluppano
con il tempo? La sua passione per i giochi di ruolo ha in qualche modo
contribuito/influito a rafforzare questo insieme?
Rispondendo a questa domanda arrossisco, sono
una persona timida sotto la barba, ma mi rendo conto che sono nato con un
“Physique du Role” un aspetto e una presenza che non me lo permettono molto.
Sono aspetti innati e affinati negli anni dovendo vivere una vita spesso sotto
i riflettori. Il teatro amatoriale e i giochi di ruolo dal vivo mi hanno
permesso di migliorare le capacità di stare sul palco e davanti ad un pubblico,
oltre ad aver alimentato il mio ego. Interpretare ruoli, personaggi, spesso
lontani dal mio reale carattere mi hanno formato, sviluppando anche la capacità
di relazione con il diverso. Insegnare, non solo Bondage, ma informatica, o
sicurezza o le mille cose che nella vita mi sono trovato a fare, mi hanno dato
la capacità di non essere noioso, di spiegare senza prosopopea e di divertire
l’altro.Il carisma invece non l’ho mai capito, mi fido
quando mi dicono che lo possiedo.
7) Il bondage come forma d’arte : qual’è il suo pensiero a riguardo?
Arte è creare un’opera a cui si riconosce un
valore estetico, questa la definizione del dizionario, ed a questa aggiungo e
che trasmetta emozioni a chi ne fruisce. Il bondage è quindi arte in quanto
crea il bello nell’unione tra le corde e il corpo, e ne possono fruire tutti i
sensi. Per le persone coinvolte, tatto, olfatto, anche il gusto spesso. E udito
e soprattutto vista per tutti, anche per gli spettatori. Quindi si tratta di un
arte completa, anche nella sua altra definizione in cui arte è il
"possedere una tecnica", un sapere acquisito attraverso
l’apprendimento e l’esperienza. Il Bondage è quindi una forma artistica se chi
la fa pone l’accento sul Bello, sulla creazione di un opera che trascenda
l’insieme delle sue parti. E cosi io affronto le corde.
8) Bondage, gioco erotico e sessualità : dal
suo punto di vista, come si fondono questi tre aspetti?
Sessualità è tutto quello che ci da piacere,
dalla carezza al sesso penetrativo, qualsiasi cosa che ecciti i nostri sensi e
ci dia "soddisfazione" attraverso essi, quindi anche il bondage
quando lo usiamo per costruire il nostro e l’altrui piacere, in quello che è un
gioco erotico atto a stimolare, costruire, seguire e appagare le nostre
fantasie, a donare e ricevere piacere ed infine a essere parte integrante di
una relazione con un'altra persona. Se lego qualcuno per immobilizzarlo e
tenerlo li fermo, non c’è gioco erotico, tranne se questo accende le nostre
rispettive passioni, creando l’attesa, diventando segno di appartenenza o di
potere. Il Bondage in questo è strumento delle nostre fantasie erotiche e
erotizzanti, forse il mio preferito, ma specifico uno dei tanti.
9) Lei ha occasione di lavorare e di esibirsi
anche all’estero : quali sono le differenze più sentite rispetto al panorama
italiano?
La normalità. Nelle mie esperienze all’estero
il Bondage è considerato una delle cose possibili, vissuto molto più
serenamente. Il che porta le persone che lavorano in questo settore a poter
organizzare meglio e più spesso, a poter accedere a strutture migliori e spesso
pubbliche. C’è la volontà di organizzare eventi grandi, portare la gente a
conoscere il bondage in maniera sana, forse spettacolare. Ci sono molti
festival e situazioni in cui anche il semplice curioso può apprezzare il
bondage e la filosofia che c’è dietro. Gli eventi sono sempre in locali pubblici,
senza tessera o altre limitazioni, e soprattutto c’è un maggiore rispetto per
la parte artistica e organizzativa e il pubblico è disposto a spendere cifre
molto più alte che in italia. Il che permette di organizzare eventi di qualità
maggiore. Anche se come inventiva e stile continuo a preferire il mio paese.
10)
Sempre in tema di estero : come secondo lei potremmo investire per diffondere
maggiormente questa cultura ed abbattere pregiudizi e luoghi comuni?
Parlandone apertamente, riconoscendo la naturale
appartenenza del Bondage alle forme di espressione della natura umana.
Utilizzando anche l’iconografia classica del Fetish, ma portando anche il
Bondage fuori dal suo alveolo di nascita, quindi in situazioni contaminate e
contaminanti come mostre, discoteche classiche o organizzando eventi in cui
contestualizzare il bondage come forma di espressione. Organizzando e
partecipando ad eventi di divulgazione che non comprendano solo la performance
dimostrativa, ma anche il dialogo sul Bondage e sulla sua storia. I corsi di
Bondage sono una delle forme di divulgazione di maggiore impatto, almeno nella
mia esperienza.
11)
Progetti futuri?
Portare avanti MBDStudio, riempirlo di corde,
fotografie, momenti di riflessione, risate e soprattutto amici. Non è un locale,
è uno spazio privato che mi sono concesso per metterci dentro le mie passioni.
Puntare sui corsi e sulla didattica, quello che faccio meglio, e sulla
realizzazione di spettacoli di livello sempre più alto. Vorrei tornare a
parlare di Informazione e Cultura in ambiente BDSM, ma mi rendo conto che prima
devono ancora cambiare molte cose, confido molto nella prossima generazione,
sperando che non getti via tutto quello che hanno fatto le generazioni prima di
loro.
12) Il
sogno nel cassetto di Davide La Greca?
Viaggiare. Poter fare un viaggio a vedere i
luoghi della cultura Leather, da San Francisco a New York. E poi in Giappone
per vedere con i miei occhi quello che ho letto e sognato. Per il resto i sogni
li sto realizzando giorno per giorno.
Barbara Schmidt