lunedì 3 marzo 2014

BDSM info Project: Sfatare i miti e i luoghi comuni. Parte prima.

Parlando di BDSM ad una persona che ne conosce poco o niente, è facile che questa se ne sia fatta un'idea erronea e ben diversa dalla realtà, attraverso luoghi comuni, stereotipi, sentito dire e fonti contraddittorie.

Certamente alcune facce del BDSM sono diventate col tempo più popolari e meno scandalose.
Ad esempio, nel 1984 la canzone Master and Servant (il cui titolo è già tutto un programma XD) dei Depeche Mode fece scandalo e venne addirittura bandita da diverse stazioni radio.
Nel 2006, invece, fece molto meno scandalo la canzone Sexyback di Justin Timberlake, che contiene le lyrics "You see these shackles/baby I'm your slave/I'll let you whip me if I misbehave" ("Vedi questi ceppi/baby sono il tuo schiavo/mi lascerò frustare da te se disubbidisco") e nel 2009 uscì For Your Entertainment di Adam Lambert che non si limitò ad un paio di righe allusive, ma nel suo intero testo sembra richiamare una situazione perlomeno sadomasochista ("Imma hurt you real good baby", "Take the pain/take the pleasure/I'm the master of both", etc...).

Anche nella moda ormai non è raro trovare elementi come manette, fruste, collari ed indumenti di pelle per esoticizzare il proprio abbigliamento e l'idea di ammanettare qualcuno al letto per un po' di sesso selvaggio non sconvolge i più.
Inoltre alcuni film abbastanza recenti come Secretary (film del 2002 con James Spader e Maggie Gyllenhaal) e alcuni episodi di CSI (grazie al personaggio di Lady Heather) hanno gettato una luce più positiva sul BDSM.
Esiste persino un manga sorprendentemente accurato su questo tema tema, di genere ecchi: trattasi di Nana to Kaoru di Amazume Ryuta.
Questo tuttavia non significa che il BDSM nelle sue totali componenti e nell'ambito dei suoi partecipanti siano socialmente accettati, non più di quanto sia vero che l'omosessualità è completamente accettata socialmente e non vi sono pregiudizi verso "fr*ci" e "travi*ni".
La maggior parte della gente è purtroppo ancora dell'idea che chi lo pratica, soprattutto nelle sue forme più "serie" ed avanzate, sia un poco di buono, un pericoloso psicopatico (se sadico) oppure una povera vittima inerme e priva di autostima (se masochista) e che in ogni caso vi sia ben poco di sano e sicuro in queste pratiche.

1) Il mito del BDSM come "cattivo"

Diverse persone hanno avuto l'ardire di dichiarare che i sadomasochisti sono paragonabili a pedofili e zoofili, o che "chi fa queste cose evidentemente non sa davvero cosa significhi soffrire/essere abusati", che sia una mancanza di rispetto verso "chi davvero ha subito violenza", che "queste cose finiscono sempre male", che "non si può avere un rapporto normale con persone così malate" e altre amenità del genere...

Questo dopo essersi "informati" sul BDSM tramite fonti quali hentai (che nel 90% dei casi forniscono una rappresentazione totalmente falsata del BDSM), thriller (in cui il BDSM compare o nel caso di giochi erotici finiti a male, o nel caso di serial killer sadici che possiedono pornografia a tema sadomasochistico), antiquate teorie psicologiche e luoghi comuni come il fatto che "tutti i sadici/masochisti sono stati vittima di stupro nell'infanzia".


Che delle persone ovviamente ignoranti sul tema e male informate giungano a tali conclusioni non è poi tanto sorprendente, in quanto anche chi queste tematiche le ha molto più a cuore fatica ad evitare un primo impatto con fonti erronee e fuorvianti: lo stesso Jay Wiseman, famoso attivista BDSM e autore di SM 101, quando tentò di informarsi per la prima volta non ne ricavò nulla di buono:

"Andai alla libreria del vicino Sonoma State College e cercai nella sezione di psicologia per vedere cosa potevo imparare. Ciò che trovai fu cupo. C'erano diversi libri che parlavano di sadismo sessuale ed i suoi risultati spesso letali. Un libro particolarmente inquietante conteneva numerose foto scattate dalla polizia di vittime di stupri/omicidi. La vista dei corpi di quelle donne, spesso orribilmente mutilati, mi disgustò e mi terrorizzò più di quanto io possa esprimere. Stavo forse diventando il genere di persona che un giorno avrebbe potuto fare qualcosa del genere?

Decisi di tenermi sotto sorveglianza. Decisi che non avrei permesso a me stesso di ferire nessuno. Se avessi pensato di stare diventando qualcuno che avrebbe ferito qualcun altro, allora mi sarei fatto internare in un istituto psichiatrico o mi sarei suicidato. E quindi vissi, aspettando e cercando di capire se mi stavo trasformando in qualcosa a cui avrei dovuto sparare. Una vita del genere è stata, diciamo, poco divertente."

(breve estratto da SM 101, pagina 27)

Fortunatamente in seguito ebbe modo di scoprire che quello che provava aveva un nome, che non significava affatto che si stesse trasformando in uno psicopatico ed ora è riuscito a vivere la sua vita con successo diventando appunto un affermato attivista, ma storie come la sua non sono rare e non tutte sono a lieto fine.


Io stesso ho avuto paure simili, in quanto le mie fantasie erotiche hanno sempre contenuto violenza e umiliazione ben prima di avere una precisa componente sessuale; non avendo modelli di riferimento ed ignorando l'esistenza di una comunità più grande con regole e modalità ben precise cominciai a mia volta a temere di essere destinato a diventare una sorta di assassino psicopatico e cercai inutilmente di reprimere la mia fascinazione per questi argomenti.

Fortunatamente, anche io in seguito ebbi modo di scoprire che questo genere di cose potevano essere praticate consensualmente e in modo regolato, ma ricordo ancora con precisione che persino nel libro che lessi verso i 15/16 anni e che parlava in modo molto moderno e corretto di molti argomenti fra i quali anche l'omosessualità, senza patologizzarla affatto, vi era alla fine una parte in cui si parlava di un "pervertito" rovinatosi a causa delle sue "malsane pulsioni" masochistiche.


Come ci si può dunque stupire se chi è estraneo all'universo BDSM fraintende, se persino chi ne fa parte incappa in queste stesse trappole a causa delle rappresentazioni falsate e degli stereotipi?

Dopotutto per quanto ci siano stati progressi, se ci si immagina un personaggio abbigliato con frusta, giacca di pelle, borchie o altri elementi fetish e che abbia pulsioni sadiche o comunque una sessualità prorompente, ci si immaginerà quasi certamente un cattivo.
Questi elementi fanno parte dell'immaginario comune ed in parte ci si gioca anche nel BDSM: non è raro che durante un roleplay il Top di turno interpreti un "malvagio" intento a "torturare" la sua "vittima" (il bottom di turno), ma si tratta appunto di una recita: non solo un Top in realtà non è malvagio, ma anzi alcune delle qualità più importanti per un Top sono empatia e comprensione, che non sono certo proprie di una persona maligna.

Questo perché? Perché nonostante tutto, non solo chi ha pulsioni sadomasochistiche viene sempre rappresentato come malvagio in film, libri, fumetti e quant'altro, ma si è arrivati ad un punto tale che per rendere un cattivo "ancora più cattivo" basta dargli tendenze del genere o anche solo accessori fetish.

Persino le rappresentazioni un po' più positive hanno grosse lacune.
Ad esempio, i libri thriller Kiss The Girls/Il Collezionista e Il Terzo Gemello hanno entrambi in comune un punto di svolta nell'indagine dove inizialmente viene sospettato un individuo sadomasochista dei delitti efferati commessi dal vero serial killer (che ovviamente ha pulsioni sadiche e possiede pornografia sadomaso =_='') e per quanto questi venga poi scagionato venendo un po' meno allo stereotipo, subisce comunque il biasimo dei protagonisti, che lo reputano solo "un male minore" rispetto al vero serial killer (nonostante le loro attività siano basate sul consenso di tutti i partecipanti).

Nella serie CSI, per quanto il personaggio di Lady Heather sia positivo ha comunque aspetti problematici; ad esempio quando la sua figlia viene uccisa da un neonazista e lei ne scopre l'identità, questa prende e dopo essersi abbigliata in tenuta fetish (!?!) frusta a sangue l'assassino e deve essere bloccata da Grissom per non rischiare di spingersi troppo oltre; inoltre in seguito quando la custodia della nipote le viene negata, decide di uccidersi vendendo ad un uomo l'opportunità di ucciderla per soldi (che intende versare nel conto della nipotina) e la rappacificazione e ripresa della sua stabilità avvengono comunque dopo che ella abbandona la fiorente attività rappresentata dai club che gestisce.
In pratica, per quanto ella presenti il BDSM sotto una luce più positiva del solito, comunque elementi BDSM vengono sfruttati negativamente (nella sua vendetta contro il neonazista, a carattere quasi di sadismo sessuale, nel suo tentativo di suicidio comunque connesso ad attività reputate come affini) e per riottenere la sua stabilità mentale si dovrà aspettare dopo che lei decida di abbandonare la sua attività (allontanandosi così dalla community e da quel genere di pratiche).

Persino in Secretary e Nana to Kaoru ci sono alcuni problemi, come la totale assenza di safeword (che non sono nemmeno mai menzionate), la forte volubilità emozionale del Top in Secretary ed alcuni degli ultimi capitoli di Nana to Kaoru dove la consensualità ed il benessere mentale di Nana vengono meno;